I Monumenti Antichi a Milazzo sono diversi per una vacanza culturale
Innanzi tutto il Castello arabo normanno, considerato monumento nazionale con una superficie di oltre 7 ettari e formato da 7 cinte murarie, svetta sul paesaggio di Milazzo, alla sommità dell’antico borgo. Nel 1608 sorse al suo interno la Cattedrale, il Duomo vecchio.
Nella zona di Ponente invece troviamo una strada costiera che corre parallela al mare che conduce alla grotta di Polifemo, dove si sarebbe svolto il mitico episodio omerico dell’incontro di Ulisse con il ciclope. Di fronte si stende l’ampia e incantevole spiaggia della baia del Tono.
Non meno importante è la cosiddetta Città bassa che è la zona più recente costruita nel XVIII secolo quando venne presa la decisione di abbandonare la città alta, l’antico borgo, per stabilirsi in una zona pianeggiante e più vicina al mare.
Il centro della città bassa ruota attorno a Piazza Caio Duilio; la piazza è fiancheggiata ad ovest dal palazzo Proto Marchese che quartier generale di Garibaldi
Piazza Roma:
è posta ai piedi della via Impallomeni, dalla quale si accede alla parte alta della città, lungo il percorso che porta a San Papino. Vi campeggia il monumento ai milazzesi caduti per la patria. Esso è formato da una statua in bronzo di altezza superiore ai due metri, opera dello scultore palermitano Nino Geraci(1924), con ai lati due colonne rostrate sormontate da vittorie alate.
Fontana del mela:
collocata di fronte alla chiesa del Carmine ed al centro di piazza Caio Duilio, è del 1990 e sostituisce quella precedente, risalente al 18° sec, la quale venne spostata con l’intento di rimontarla in altra sede per lasciare il posto ad un nuovo monumento dedicato allo storico personaggio che dà il nome alla piazza. Ma i pezzi purtroppo andarono persi, anche a causa del sopraggiungere del secondo conflitto mondiale. La fontana settecentesca, a sua volta, sostituiva quella originaria del ‘500 che il Perdichizzi così descriveva: “Un’ingegnosa fontana di marmo bianchissimo, con quattro bizzarri leoni attorno e sul piedistallo, di mezzo una bella immagine grande di Mercurio”.
Palazzo Proto:
dirimpetto alla chiesa del Carmine, sull’altro lato della strada, si staglia questo edificio appartenente ad una delle nobili famiglie milazzesi. Questo palazzo del seicento venne rimaneggiato varie volte. Garibaldi ne fece il suo Quartiere generale nei giorni successivi al 20 luglio 1860, ricevendovi Agostino de Pretis, Francesco Cispi ed il conte Giulio Litta Modignani, inviato di Vittorio Emanuele II . Oggi è sede di uffici e studi professionali.
Lungomare Garibaldi:
comunemente definito “Marina Garibaldi”, è il tipico luogo di passeggio dei milazzesi. Chi non ricorda le classiche “vasche” percorse andando avanti e indietro sotto i suoi numerosi e familiari alberi? Non vogliamo peccare di campanilismo, ma molti “forestieri” ce lo invidiano. Peccato che da qui si goda un panorama non proprio edificante..
Statua della libertà:
posta a ridosso del Lungomare, presenta delle similitudini a quella più grande e famosa di New York. Si tratta di un monumento commemorativo dedicato ai garibaldini periti durante la battaglia del 20 luglio 1860. Venne costruita alla fine dell’800 e fu inaugurata da Francesco Crispi, che per l’occasione fu ospite del palazzo del principe Bonaccorsi, precedentemente citato.
Borgo Antico
Rappresenta la parte alta della città ed il luogo dei primi insediamenti urbani al di fuori delle mura della cittadella fortificata.
Quartiere Spagnolo:
quando si inizia a percorrere la via G. B. Impallomeni, più o meno all’altezza degli edifici della Asl, si intravedono i resti dei Quartieri spagnoli. A questo livello si trovava anche un’antica porta che dava adito alla città alta. Il quartiere fu voluto dal vicerè Marcantonio Colonna, che lo commissionò all’ing. Camillo Camilliani e venne costruito verso la fine del ‘500 ed utilizzato come baluardo di difesa della città alta e della salita del castello. Ospitava gli alloggi dei soldati e degli ufficiali. Per la sua presenza la via Impallomeni è ancora oggi da molti milazzesi definita “Nchianata du Quattèri” (la salita del Quartiere). La costruzione lunga 225 m era a due piani, era protetta da due torri terminali ed erano presenti intorno baluardi, fossati, trincee. Quando la sua funzione di difesa non fu più necessaria per il mutare degli eventi, ebbero inizio le trasformazioni e le demolizioni. In futuro, i locali rimasti si dovrebbero adibire a museo archeologico.
Museo “Antiquarium - Domenico Ryolo”:
posto di fronte alla chiesa del santo di Paola è stato ricavato dai locali dell’ex carcere femminile. Vi sono esposti numerosi reperti archeologici frutto, più che altro, di rinvenimenti fortuiti durante gli scavi effettuati sul nostro territorio a scopo edificatorio. Presente anche una piccola sala dedicata al nostro eroico concittadino Luigi Rizzo, che accoglie cimeli, foto documenti. Orari di visita: mattina Ore 9:30 - 13:00, pomeriggio Ore 16:30- 20:00. L’ingresso è gratuito.
Palazzo del Governatore:
lasciando la chiesa di san Francesco e percorrendo in salita la via D’Amico Rodriguez (strada interna parallela alla via Impallomeni) si arriva al palazzo del Governatore o dei Vicerè, così denominato in quanto ospitò dalla fine del seicento e per oltre un secolo, il Governatore, la locale autorità militare, e solo occasionalmente i Vicerè, che si trovassero di passaggio a Milazzo. La sua costruzione ebbe inizio nel 1613. Oggi è di proprietà dell’istituto regina Margherita che si trova nelle vicinanze, al quale fu donato dagli ultimi eredi.
Fortino dei Castriciani:
imboccando la via che porta al castello, prima di arrivare al suo ingresso principale, sulla sinistra vi è una strada che lo costeggia e che porta a questa piccola costruzione eretta alla fine del ‘500 come avamposto delle mura che arrivavano fino alla parte bassa della città.
Castello di Milazzo:
è senz’altro il monumento più amato dai milazzesi e che più ci rappresenta. La sua storia è piuttosto complessa, ve ne consigliamo perciò la visita, che rappresenta un appuntamento immancabile per chi viene a Milazzo.
Orari di visita: dal 1-06 al 31-08: 9.30, 10.30, 11.30, 17.00, 18.00, 19.00. Dal 1-09 al 30-09: 9.30, 10.30, 11.30, 16.00, 17.00, 18.00.
Duomo Antico:
si erge dentro le mura del castello ed era l’antica chiesa madre della cittadella. Fu iniziata nel 1608 su progetto del fiorentino Camillo Camilliani, in sostituzione della cinquecentesca Chiesa di Santa Maria abbattuta per costruire la più esterna cinta muraria ( si trovava nei pressi dell’ingresso principale del castello dove oggi c’è il bastione, non a caso, denominato di Santa Maria). Nel 1642 venne dedicata a Santa Maria Assunta. E’ ormai sconsacrata e viene utilizzata solo per convegni e manifestazioni culturali. Molto interessante la mostra permanente dei reperti rinvenuti dentro le mura del castello. Allestita dalla Società milazzese di Storia patria, è ospitata dal 2005 nella sua sacrestia. Da non perdere.
Capo di Milazzo:
Oltrepassando la parte alta della città si può ancora continuare a salire e giungere fino al promontorio. Numerose le bellezze, soprattutto naturali, che possiamo ammirare in questa parte di Milazzo. Precisiamo che al promontorio si può arrivare anche attraverso la strada Panoramica, che si affaccia sul mare di levante e rappresenta la continuazione della Marina Garibaldi
Fonte di Sant’Opolo:
si raggiunge imboccando la via Bevaceto posta sulla destra, poco più avanti della chiesa dell’Addolorata e poi la via sant’Opolo. La fonte prende il nome da un’ antica chiesa di epoca bizantina, esistente in passato nelle sue vicinanze e dedicata al diacono catanese sant’Euplio, da cui la storpiatura popolare in Sant’Opolo. La sorgente veniva utilizzata dalla gente della zona per l’approvvigionamento di acqua e per il bucato ( come dimostra la presenza di lavatoi).
Sentiero Manica - Funtanedda:
l’accesso si trova sulla strada della Manica, che si incontra sulla via del ritorno, in discesa da Capo Milazzo. E’ un percorso particolare che permette di raggiungere tre diverse destinazioni. Attraverso una prima deviazione si può raggiungere la spiaggia del Tono ( questa diramazione veniva utilizzata soprattutto dai tonnaroti del Capo per raggiungere il mare durante la stagione della pesca) ed il carrubo plurisecolare; più avanti una seconda indicazione permette di arrivare alla “Funtanedda”: anch’essa un’antica fonte utilizzata per la raccolta dell’acqua ed il lavaggio dei panni; proseguendo sul sentiero principale si arriva al Belvedere, dal quale si può ammirare tutta la baia del Tono.
Sentiero della Manica:
il sentiero più selvaggio ed incontaminato. Si tratta di un’antica mulattiera utilizzata soprattutto dai contadini per raggiungere i loro campi e per il trasporto di merci. Si snoda a strapiombo sul mare e permette di ammirare un panorama e degli scorci naturali d’incantevole bellezza.
Sentiero della Baia di Sant’Antonio:
l’ingresso si apre sulla passeggiata del Capo. Attraverso esso si giunge alla baia di Sant’Antonio, dove sono ancora presenti i resti di un’antica tonnarella del 17° sec. e le rovine della torre del Palombaro, costruita per volere del nobile milazzese Francesco D’Amico, comproprietario della tonnarella, come elemento scenografico e punto di ritrovo durante eventuali escursioni
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17:54
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